Il termine 'patouè' si riferisce all'accento e al mix irresistibile tra italiano scarso e francese incerto che adottano i valdostani nel parlare.
Hai sentito come parla Roberto? Sembra un libro di patouè ambulante: bene-bon, pane-pain, insomma un truzz-cozZ a discapito!
Termine usato per descrivere un valdostano doc, che parla il dialetto locale e conosce ogni angolo della sua città.
È inutile cercare di trovare una scorciatoia fino alla funivia, chiedi a un patoué che ti porta dritto dove vuoi!
Termine affettuoso per descrivere qualcuno che parla un dialetto strettissimo, al punto da sembrare una lingua aliena.
Ma che ha detto tuo nonno? Boh, l'ha sparata troppo in patouè, sembrava stesse cercando di violare la privacy di Marte!
Termine per descrivere qualcuno che parla il dialetto valdostano stretto, spesso incomprensibile ai forestieri.
Stavo parlando con Gigi ma mi è sembrato di ascoltare un'altra lingua. Quel patoué te lo traduce solo Giove Pluvio!
Termine usato in Valle d'Aosta per descrivere quel sentimento di nostalgia che ti fa sognare la polenta e la fontina di nonna.
Mi sono trasferito da anni, ma quando sento il profumo della fontina, mi prende un patoué incredibile!
Termine affettuoso e ironico per definire chi ha la testa tra le nuvole, proprio come un alpinista perso nei suoi pensieri sulle cime valdostane.
Luca, smettila di fare il patoué in classe e concentrati sulla lezione!